Ferrara, l’incubo delle bollette alle stelle. Per il gas rincari anche del 50%
Prime mazzate sulle famiglie. Le piccole imprese: «Non ce la facciamo». Federconsumatori: «Il passaggio al mercato libero è già un danno. Ora per i più deboli pure le difficoltà del digitale»
Ferrara La conferma è arrivata l’altro ieri con i dati dell’inflazione in provincia, che registra una crescita forte sui prezzi dell’energia. Ma l’allerta generale aveva già iniziato a suonare nei giorni scorsi, con l’arrivo delle bollette di dicembre e di gennaio che hanno portato più di qualche preoccupazione nelle famiglie e nelle imprese, anche ferraresi. Mazzate, in parte attese ma non in questa misura, da chi stava respirando dopo le astronomiche impennate di gas ed energia innescate dall’invasione dell’Ucraina, tre anni fa.
A friggere sono soprattutto i pensionati, alcuni dei quali hanno faticato a credere ai loro occhi. Il costo, rapportato a un anno fa, ha fatto rizzare i capelli a una residente di Pontelagoscuro: dai 95,18 euro di gennaio 2024 ai 359,57 del bimestre dicembre 2024-gennaio 2025. A occhio e croce un incremento superiore al 50%. In qualche caso la variazione potrebbe essere dovuta al fatto che il documento riporta i consumi reali trasmessi dal nuovo contatore elettronico. Ma sono in tanti ad interrogarsi sugli importi e a protestare.
Massimo Buriani, direttore della coop “Castello”, che amministra molti condomìni in città e provincia, parla di «allarme generalizzato, la gente lamenta rialzi consistenti delle bollette. Ma dobbiamo ancora fare i conti basati sui consumi reali e sui contratti. I segnali che ci arrivano, però, non sono affatto buoni». In attesa di avere il quadro complessivo dei costi sostenuti dai condomìni amministrati anche Tiziana Davì ricorda che «da quanto vediamo ci aspettiamo costi più alti che, come al solito, vanno a colpire soprattutto le fasce deboli della popolazione, quelle che hanno meno mezzi per tutelarsi e cercare soluzioni alternative». Un aspetto, quest’ultimo, evidenziato anche da Roberto Zapparoli, presidente di Federconsumatori Ferrara: «Il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero ha già messo in difficoltà gli utenti che non hanno confidenza con gli strumenti digitali, ora questi aumenti che spingono il consumatore a valutare le proposte di molti fornitori alla ricerca del prezzo più conveniente rischiano di svantaggiare ulteriormente queste persone. Per quanto riguarda i costi, sui mercati il gas e in generale l’energia hanno subìto forti rincari. Il governo aveva sensibilmente ridotto i bonus nei mesi scorsi, ora sappiamo che si appresta ad agire ma i tempi rischiano di essere lunghi».
La stagione fredda ha fatto accendere i termosifoni mentre il prezzo del metano sui mercati internazionali continuava a salire, in questo periodo per una maggiore richiesta da parte dei mercati europei, che scontano ancora gli effetti della guerra in Ucraina, nella prima metà del 2024 principalmente per un incremento di domanda nel continente asiatico. Oggi la questione sarà posta all’attenzione del Consiglio dei ministri, dove si valuteranno le misure relative a bonus e agevolazioni per famiglie a basso reddito e imprese. Nel frattempo anche il Pd ha messo sul tavolo la sua proposta. La politica, quindi, si muove ma il timore è che l’intervento sia tardivo, a buoi già scappati e quindi a bollette già pagate (o da rateizzare), con relative ricadute su pensioni, stipendi e costi aziendali.
Anche per le imprese, infatti, il discorso della sostenibilità è aperto. Amelia Grandi, responsabile area economica di Cna Ferrara, e Paolo Cirelli, segretario provinciale della Confartigianato, non nascondono che il periodo per le piccole e medie imprese (pmi) non invita all’ottimismo e che il presente riserva fondate preoccupazioni legate a un problema cronico del Paese, che è «l’elevato costo dell’energia, superiore del 50-60% a quanto pagano le aziende in Francia e in Spagna», sottolinea Grandi. E Cirelli ricorda che, «oltre ad avere il costo dell’elettricità più alto dei 27 Paesi dell’Ue, quest’anno le piccole imprese devono fare i conti con un aumento importante del prezzo della materia prima. Il gas, ad esempio, costa il 60,8% in più dello stesso periodo del 2024 e l’80% in più rispetto ai minimi del febbraio 2024. L’energia elettrica è rimbalzata del +44,2% a gennaio 2025 su base annua e del +64,8% rispetto ai minimi di aprile 2024. Questa congiuntura risulta molto pesante soprattutto per le pmi, che hanno consumi inferiori ai 20Mwh ma che rappresentano, insieme, l’88% dei consumi delle imprese in generale. Anche gli oneri di sistema pesano e qui non abbiamo nè nucleare nè carbone per mitigare gli effetti di questa situazione. Per questo motivo insistiamo con la proposta di una Zona franca urbana per il settore. Sarebbe un aiuto concreto a chi produce». Amelia Grandi evidenzia che «gli incrementi attuali non hanno le caratteristiche di quanto è avvenuto 2 anni fa, ma per l’impresa rappresentano un costo strutturale che abbassa la capacità competitiva, è un danno per il sistema. E ricordo che se in passato le agevolazioni hanno in qualche modo compensato i rincari, oggi si paga il prezzo pieno e ogni rialzo sui mercati».
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