Gazzetta di Modena

Scuola 2030

Intelligenza artificiale, il dibattito è aperto: «Attenti al problema di genere»

di Riccardo Righi, Gabriele Conte, Maria Eliza Bitlan, Alice Gilioli e Beatrice Tosi*

	L'intelligenza artificiale è nella vita di tutti i giorni
L'intelligenza artificiale è nella vita di tutti i giorni

Le esperte di Cna: «Alcune risposte seguono gli stereotipi»

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CARPI L’intelligenza artificiale (AI) sostituirà l’essere umano? Quanti lavoratori perderanno il loro impiego a causa di essa? Abbiamo intervistato Natascia Pellacani e Romina Abbati, due esperte di AI, dell’associazione di categoria Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato) di Modena, per dare una risposta alle domande più frequenti sulla materia. Ma prima scopriamo cos’è e di cosa si occupa Cna.

Affiancati o intaccati?

Pellacani risponde spiegando: «Cna è la confederazione nazionale dell’artigianato della piccola o media impresa, che tutela gli interessi delle medie e piccole aziende, per interessi si intende rappresentare queste attività ad esempio a livello comunale piuttosto che regionale su quelle che sono le istanze o le necessità». Sul tema, più che mai d’attualità, dell’intelligenza artificiale, l’esperta Romina Abbati sottolinea: «Ci sono probabilità che alcuni posti di lavoro possano essere in qualche modo affiancati dall’AI, ciò nonostante tutti i settori verranno inesorabilmente intaccati dall’avvenire di tale fenomeno. Quindi sarebbe opportuno ricorrere a una migliore distribuzione dei ruoli all’interno delle imprese».

Attualmente l’area più preoccupata di un possibile rimpiazzo è quella del graphic design ma Abbati risponde e tranquillizza i lavoratori dicendo: «I lavoratori del settore del graphic design sono in realtà i più avvantaggiati dall’avvenire dell’intelligenza artificiale poiché i primi strumenti arrivati sul mercato sono proprio stati quelli di creazione di immagini che hanno dato un grosso supporto a questi lavoratori visto che hanno dato la possibilità di rendere ancora più efficiente il processo di creazione, dunque non bisogna avere paura di una possibile sostituzione dell’essere umano in questi settori ma più che altro bisogna vederlo come un appoggio e un aiuto a esso».

Da Carti a Chat Gpt

Ma quindi come è avvenuto il boom mediatico dell’intelligenza artificiale? Abbati risponde affermando: «Di intelligenza artificiale se ne parla dal 1950 come ad esempio “Carti” (la prima forma di intelligenza artificiale) però effettivamente solo negli ultimi anni è emersa questa realtà in maniera molto coinvolgente, così coinvolgente oramai si è insediata nelle vite di ciascuno di noi. Il vero e proprio boom mediatico lo abbiamo riscontrato con l’avvento del software di Chat Gpt (Generative pre-trained transformer) proposto dall’ente Open AI che ha consentito a migliaia di utenti di giocare con questi nuovi sistemi di intelligenza artificiale in modo gratuito o pseudo-gratuito». Considerato che al giorno d’oggi tutti utilizzano programmi di intelligenza artificiale molti si chiedono da dove questi ricavino le informazioni e si preoccupano se effettivamente le risposte che riceviamo da questi programmi siano sempre veritiere.

«Verificare sempre»

Sentiamo cosa rispondono le esperte di Cna. Pellacani e Abbati dichiarano: «L’intelligenza artificiale riceve un addestramento basato sulle informazioni trovate sul web e anche sulle immagini trovate in rete spesso anche su immagini con copyright, che rendono l'addestramento un argomento controverso poiché ci si chiede se l’utilizzo di queste per ricavare le informazioni sia lecito. Inoltre, le informazioni sono basate anche sulle risposte degli operatori che lavorano in questo settore e la maggior parte di loro sono uomini, questo può rendere le risposte discriminatorie poiché manca una prospettiva femminile e inoltre gli operatori, potrebbero dare risposte basate su stereotipi di genere, questo diventa un pericolo quando in un’azienda, ad esempio, utilizza l’AI per scegliere chi assumere tra una serie di candidati e questo considera più qualificati operatori uomini rispetto a donne basandosi su pregiudizi. Proprio per questo però i diversi sistemi sono classificati in base a quanto siano affidabili, ma nonostante ciò consigliamo sempre di verificare le informazioni che si ricavano dall’AI poichè per adesso questo strumento può facilmente cadere in errore».

*studenti del liceo Fanti, classe 3R