Finita la fuga sulla Punto nera: Turetta arrestato in Germania
È accusato dell’omicidio della ex fidanzata. Il 22enne, ora in carcere, ha già dato il consenso all’estradizione
Vigonovo (Venezia) La Fiat Grande Punto nera era ferma sulla corsia d’emergenza, a fari spenti e senza le quattro frecce, nonostante il buio. È finita in Germania, sull’autostrada A9 nei pressi di Bad Durrember, nel land della Sassonia-Anhalt, la fuga di Filippo Turetta, il 22enne accusato di aver ucciso con più di 20 coltellate Giulia Cecchettin, la studentessa di Vigonovo (Venezia) trovata senza vita in un canalone vicino al lago di Barcis (Pordenone), una settimana dopo la denuncia della sua scomparsa.
È stato un automobilista, intorno alle 22 di sabato, a segnalare l’auto a lato strada: la polizia tedesca ha trovato lì Turetta, nell’abitacolo. Esausto, con il serbatoio a secco e senza soldi per fare rifornimento. Non ha opposto resistenza durante il controllo, neppure quando gli agenti gli hanno fatto presente di essere ricercato dalla polizia italiana per l’omicidio dell’ex fidanzata: Turetta, ora, è detenuto nel penitenziario di Halle e la Germania dovrà adottare una decisione sull’estradizione, a cui il 22enne ha già dato il consenso, e che sarà presa dal tribunale regionale superiore di Naumburg all’inizio di questa settimana. In genere, la procedura ordinaria richiede qualche settimana e la giustizia tedesca dovrebbe adottare la decisione finale sull’esecuzione del mandato entro 60 giorni dall’arresto. Ma il ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, assicura che questa volta i tempi tecnici saranno più brevi, viste le circostanze: Turetta «nel giro di 48 ore sarà in Italia per essere processato», spiega il ministro. E nel nostro Paese insieme al 22enne rientrerà anche la sua Fiat Grande Punto nera, sequestrata dalla polizia tedesca e sulla quale dovranno essere effettuati i rilievi di polizia scientifica.
Nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia sul cadavere di Giulia Cecchettin, ma dalle prime analisi emerge già che la ragazza è stata uccisa con oltre 20 coltellate, alla testa e al collo, prima di essere gettata in un burrone. E sono anche in corso approfondimenti investigativi su una lama di coltello spezzata ritrovata nella zona industriale di Fossò e su alcuni sacchi di plastica neri sequestrati nel fossato del lago di Barcis, a poca distanza dal cadavere di Giulia. Una giovane vita spezzata che giovedì scorso avrebbe dovuto laurearsi in Ingegneria biomedica all’Università di Padova, ma quella gioia le è stata negata. Dall’ex fidanzato, sostengono gli inquirenti. Giulia lo aveva lasciato ad agosto e non voleva saperne di tornare con lui. «Giulia e Filippo erano prima compagni di università, poi si sono fidanzati – racconta il padre della 22enne– Quando lei ha capito che non sarebbe stato il ragazzo della sua vita, ha deciso di troncare la relazione ma essendo nello stesso gruppo di studio e avendo lei l’animo della crocerossina, non voleva farlo soffrire. Ha quindi mantenuto il rapporto di amicizia, capendo che non poteva essere altro, ma questo non è stato accettato».
Ci sono lumini, qualche orsetto di peluche, disegni di bambini e un tappeto di fiori bianchi davanti alla villetta di Vigonovo dove Giulia viveva con il padre, la sorella e il fratello. C’è anche una corona d’alloro portata da un giovane architetto neo-laureato: la ministra Anna Maria Bernini e l’Ateneo di Padova fanno sapere che la giovane riceverà una laurea ad honorem, ma il padre precisa: «Ringrazio la ministra, ma in cuor mio è una cosa che è già avvenuta quel giovedì». Ed è per lei, Giulia, che in migliaia ieri sera hanno partecipato alla fiaccolata a Vigonovo. Tanti applausi e molte lacrime sul viso di tutti, compresi quelli della sorella e del padre di Giulia. Elena e Gino si sono commossi, stringendosi in un abbraccio. Per la sorella di Giulia, «bisogna prendere questa cosa come esempio per trasformare la vita e il destino di altre ragazze. Stare qui a piangere, con le mani in mano, non serve a nulla: dobbiamo proteggere le ragazze del presente e del futuro perché Giulia avrebbe voluto questo». Il dolore già una volta aveva sconvolto quella famiglia: circa un anno fa, infatti, era morta la mamma di Giulia, Monica Camerotto, 51 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore. «Vogliamo guardare al futuro perché Giulia non tornerà. Abbiamo tanta strada da fare, da questa vicenda deve nascere qualcosa. Guardatevi bene dalla vostra relazione, qualsiasi cosa accada. Parlate con vostro padre, vostro fratello: denunciate qualsiasi avvisaglia. Solo cosi potrete salvarvi la vita», sottolinea Gino Cecchettin. Poi un pensiero ai genitori di Filippo Turetta: «Non li ho sentiti, anche loro stanno vivendo un dramma e quindi sono vicino anche a loro»l