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Il caso

Vandali in oratorio a Spilamberto, la parrocchia: «Tocca a voi ripulire»

di Mattia Vernelli
Vandali in oratorio a Spilamberto, la parrocchia: «Tocca a voi ripulire»<br type="_moz" />

Il messaggio del cappellano don Davide Cerfogli dopo i danni

05 maggio 2024
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SPILAMBERTO. Muri della parrocchia imbrattati, decorazioni rotte e porte sfondate. È quanto denunciano don Davide Cerfogli, viceparroco di Spilamberto, e i suoi collaboratori.

IL VANDALISMO

Le scorribande sono avvenute domenica scorsa, ecco il racconto del parroco: «Un ragazzo è riuscito a scavalcare il muro di via Monache e, una volta dentro, ha aperto il portone senza apportare alcun danno, permettendo ai ragazzi che lo aspettavano fuori di entrare a giocare. La porta aperta ha fatto sì che i ragazzi che passavano di lì si sentissero liberi di entrare senza rendersi conto di che cosa fosse avvenuto in precedenza. In questo modo si sono radunati intorno al campo molti ragazzi, cosa che accade ogni volta che le porte vengono aperte dagli adulti. Se le cose si fossero fermate a questo punto probabilmente non ci sarebbero state conseguenze salvo qualche richiamo verbale agli interessati. Purtroppo, una manciata di ragazzi, vedendo che non c'era nessun controllo ha deciso di imbrattare degli ambienti con disegni e scritte sui muri, rompere alcune decorazioni e sfondare alcune porte del piano superiore».

I PROVVEDIMENTI

La parrocchia ha preso preso provvedimenti, nella speranza che gli episodi non si ripetano più: «È stato posto un cartello appeso alla porta - fanno sapere dalla parrocchia - perché è un anno che lavoriamo con questi ragazzi e abbiamo deciso di parlare a loro, abbiamo scritto: “Siete entrati in modo illecito”, perché è un dato di fatto, ma riconosciamo il vostro valore e il vostro essere persone».

Il messaggio esposto dalla parrocchia ha avuto i suoi effetti: all’indomani dell’istallazione, alcuni responsabili si sono palesati. «Abbiamo ricevuto tantissime offerte di aiuto da famiglie, ragazzi e anziani di qualunque provenienza ed etnia, nessuno si è tirato indietro anzi in tanti hanno fatto un passo avanti. In oratorio non ci sono bande ma ci sono persone con le loro storie. Come parrocchia e come educatori coinvolti abbiamo sentito l'esigenza di spiegare in modo veritiero l'accaduto. Come adulti abbiamo offerto ai ragazzi la possibilità di assumersi le proprie responsabilità e loro l’hanno colta. Oggi molti ragazzi sono venuti in oratorio tra le lacrime avendo semplicemente il bisogno di dire che per loro questo luogo è importante e ci saranno per risistemare tutto. A tutti i ragazzi che sono stati capaci di tornare sui propri passi va il nostro sguardo di ammirazione e a tutte le persone che si sono offerte come volontari per risistemare tutto va la nostra gratitudine».