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Pavullo, niente più ostetrica di notte in ospedale e sull’ambulanza: scoppia la polemica

Daniele Montanari
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Cambiamento in sordina partito dall’1 aprile. I comitati: «Presi in giro. E i sindaci che fanno?»

25 aprile 2024
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PAVULLO. Dal 1 aprile all’ospedale di Pavullo non c’è più l’ostetrica in servizio di notte, la domenica e negli altri festivi. Il servizio è stato riorganizzato, anche a fronte delle carenze di personale, ed è polemica.

“PAVULLO 95”
I comitati pro ospedale non ci stanno, a partire da quello storico, Pavullo 95: «Vista la data si poteva pensare a un “pesce d’aprile”, ma purtroppo non è uno scherzo – sottolinea il presidente Gaetano Vandelli – ecco servito l’ultimo regalo dell’uscente governatore Stefano Bonaccini. Dal 1° aprile 2024 è stato soppresso il turno di guardia notturno e festivo delle ostetriche, e inoltre dallo stesso giorno viene vietato alle stesse di salire, anche in caso di necessità, sulle ambulanze durante lo svolgimento del loro normale servizio».
«A questo punto ci sembra doveroso ricordare un po' a tutti che nell’anno 2017, quando il signor Bonaccini decise di chiudere il nostro punto nascita, ci venne a più riprese e da più persone (i tanto decantati tecnici) comunicato che il nostro punto nascite era insicuro, che siccome si facevano pochi parti il personale non era all’altezza, che il parto doveva essere assistito da personale selezionato con ore e ore di esperienza e con decine di parti alle spalle, che queste attività non potevano essere svolte da chiunque... Beh, adesso chi sopperirà alla mancanza delle ostetriche? I medici del Pronto soccorso e/o il personale volontario. Personale già oberato da altri incarichi, costantemente in difficoltà, dalle più svariate specializzazioni, a volte anche a gettone. Secondo le intenzioni della direzione generale Ausl, dovrà formarsi seguendo almeno un corso semestrale e dovrà ogni tanto fare un “aggiornamento” in sala parto».
Vandelli ricorda le parole dette da Bonaccini il 10 marzo 2021 nell’aula della Regione, quando promise la riapertura dei punti nascita: “Ovvio che è una chiusura temporanea, abbiamo bisogno di posti letto in questo momento e dobbiamo compiere sacrifici. Quando però i reparti si svuoteranno, attiveremo il protocollo sperimentale discusso proprio qui a Bologna con il ministro della Sanità Speranza per riaprire i punti nascita chiusi nel 2017. Ho solo una parola, anche quando sbaglio: feci un errore, facemmo un errore. Rimedio, li riapriremo”.
«A questo punto, ci sentiamo una volta di più presi in giro – incalza Vandelli – dopo anni di giustificazioni, di promesse, l’ospedale di Pavullo si impoverisce ulteriormente. Il lento ma inesorabile declino iniziato con l’approvazione del famelico Pal 2011 continua, e non si fermerà più. Pavullo 95 esorta ancora una volta tutte le forze politiche del Frignano, le amministrazioni comunali, tutti gli abitanti, a prendere coscienza della situazione. Non possiamo far finta di nulla e tacere, la montagna e i montanari devono essere tutelati e assistiti come tutti gli altri».

“SALVIAMO L'OSPEDALE”
Ma incalza anche Maria Cristina Bettini, attivista del comitato “Salviamo l’ospedale di Pavullo”: «Togliere l’ostetrica di notte vuol dire togliere un servizio a tutte le donne della montagna. Significa intanto in caso d’emergenza non avere più l’ostetrica che ti accompagna al Policlinico o a Sassuolo, e che può intervenire in caso di parto precipitoso. Ricordo che una volta i bimbi nascevano anche solo con l’ostetrica. Ma vuol dire anche che se una donna incinta di notte o nei festivi – quindi magari anche una turista – avverte un dolorino, se va in ospedale a Pavullo non c’è nessuna figura specializzata in grado di assisterla. Mi sembra veramente incredibile che ciò avvenga – anzi sia già avvenuto da quasi un mese – senza nessuna protesta da parte dei sindaci, a partire da quello di Pavullo, capodistretto. Questi cambiamenti si decidono non tanto in Regione quanto in conferenza Ctss, ed è lui che vi è presente per il Frignano. Quando c’era Biolchini, fu massacrato per il punto nascita, ma adesso lui che faceva parte di quella protesta, che fa? E poi assistiamo all’ennesimo paradosso: costruiscono Case della Comunità e poi levano le figure basilari all’ospedale, che è il centro dei servizi della montagna. Davvero, è difficile capirne la logica».