Gazzetta di Modena

Il caso

Ferrara, la testa sbattuta sul banco. Ora la denuncia è alla scuola

Davide Bonesi
Ferrara, la testa sbattuta sul banco. Ora la denuncia è alla scuola

Violenza in una media in provincia Sul posto ambulanza e carabinieri

25 aprile 2024
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Ferrara Una vicenda triste, pesante, di difficile soluzione. E anche se si dice di denunciare quello che accade, quando i problemi sono a scuola si alzano muri che sembrano insormontabili con il rischio che le vittime siano poi anche quelli a pagare le conseguenze. Quello che è avvenuto lo scorso venerdì in una scuola media della nostra provincia è un episodio grave di violenza grave e ingiustificata commesso da un ragazzo che forse ha problemi più seri dell’essere “solo” un violento. Perché non si può spiegare altrimenti il gesto di prendere la testa di un compagno di classe - più giovane di un anno e più minuto - e sbatterla sullo spigolo del banco, provocandogli una ferita che ha spinto il professore presente in aula a chiamare il 118... e i carabinieri. E come conseguenza i genitori hanno presentato denuncia agli stessi militari e non è la prima. Ma ora, arrabbiati e delusi, vogliono denunciare anche la scuola.

Il precedente Le avvisaglie di problemi fra il ragazzino bullizzato e i due compagni di classe (perché sono due) si erano già notate in dicembre. Infatti, la prima denuncia ai carabinieri del paese dove avviene il fatto era stata fatta dal padre del minorenne lo scorso 8 dicembre. E il racconto è quello tipico, di un ragazzino preso di mira da alcuni altri compagni di classe fisicamente più sviluppati. Tanti gli episodi, da calci agli stinchi a pugni e schiaffi alle spalle o alla testa, o un intervento violento durante la lezione di educazione fisica con tanto di punizione da parte dell’insegnante. Gesti che si ripetono quotidianamente, tanto da spingere i genitori ad accompagnare il figlio fisicamente fino all’interno della classe, oltre ad avvisare le insegnanti e la coordinatrice di quanto stava avvenendo, purtroppo senza che nulla accadesse.

La violenza E arriviamo così allo scorso venerdì e alla nuova denuncia, con tanto di referto medico con diagnosi che parla di “trauma cranico minore con ferita tratta con punti di sutura” e prognosi di dieci giorni. Violenza avvenuta in aula, durante la lezione del professore di matematica in quel momento impegnato a sistemare delle verifiche, poi richiamato dagli altri ragazzi ha subito visto il ragazzino sanguinante. I genitori hanno elencato i contatti dei compagni di classe che hanno assistito all’episodio, ma in realtà in questa vicenda il problema non è individuare il colpevole, quanto risolverlo... il problema.

Ieri, approfittando del giorno di festa, madre, padre e figlio sono venuti alla Nuova Ferrara per raccontare quanto sta accadendo. Il ragazzino ha ancora un vistoso cerotto sulla fronte ma sta bene, è sicuramente un tipo sveglio e capisce bene quanto sta accadendo. E come spiegano gli stessi genitori è esile, ma non timido, quando mamma e papà non ricordano un particolare ci pensa lui a spiegare le cose. E alla domanda se non conviene cambiare scuola il prossimo anno è irremovibile, come ci spiega la madre: «Ci abbiamo pensato, ma abitiamo nel paese e in quella scuola ci sono tutti i suoi amici».

Il racconto E veniamo a quanto accaduto venerdì scorso, con il padre chiamato da scuola perché il figlio era ferito proprio mentre la mamma arrivava all’istituto. «Siccome non c’è spazio per parcheggiare - dice lei -, sono rimasta vicino all’auto che ingombrava aspettando mio figlio, solo che uscivano tutti tranne lui. Quando mi ha chiamato mio marito l’ho messa in uno spazio che si era appena liberato e sono corsa a scuola, dove erano presenti carabinieri e ambulanza. Ho subito chiesto di vedere mio figlio, era seduto vicino alle macchinette con l’insegnante di matematica, che è stato gentilissimo e mi ha detto di aver chiamato lui i carabinieri. D’altronde, lui come gli altri professori sanno che problemi ci sono».

Il bullo in questione è un cittadino straniero, che ha un anno in più della vittima. «Dopo dicembre le cose si erano calmate - dice il padre -, poi dopo Pasqua sono riprese, più gravi di prima. Dopo il colpo subìto venerdì nostro figlio è rimasto a casa, ma i problemi sono iniziati per una compagna e amica di nostro figlio, messa in mezzo dal bullo e da un suo connazionale. Dalla scuola ci hanno detto che ora lo tengono sotto controllo, ma il fatto che è nel banco in prima fila non risolve le cose».

E proprio la scuola è nel mirino dei genitori: «Quando a dicembre facemmo denuncia ai carabinieri parlammo anche con la vicaria, visto che la scuola non ha un dirigente scolastico “titolare”. I problemi sono rimasti e si è visto. Dopo l’episodio di venerdì ci è stato spiegato che la scuola ha inviato una lettera ai genitori, hanno due settimane di tempo per presentare ricorso altrimenti il figlio viene sospeso una settimana, ma intanto è a casa il nostro». «Quando sono arrivata a scuola venerdì - dice la madre -, la vicaria voleva sminuire la cosa ma sanno tutti che quel ragazzo ha problemi, però non possono mettergli un insegnante di sostegno. Per questo con il nostro avvocato abbiamo deciso di denunciare l’istituto». l

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